Con la circolare n. 20 del 28 giugno 2023, Assonime (Associazione per le società per azioni italiane) ha confermato che i costi derivanti dalle stock option possono essere considerati ammissibili per il credito R&S. La circolare si concentra sulla questione contabile delle attività qualificabili come ricerca industriale e sviluppo sperimentale, piuttosto che sui criteri di selezione dei costi ammissibili. Si affronta anche l’argomento principale riguardante la considerazione dei costi delle stock option come effettivi per l’azienda datrice di lavoro. In base alla circolare, l’assegnazione di azioni di società controllanti o controllate, con il costo addebitato all’azienda datrice di lavoro, è considerata un costo effettivo. Tuttavia, la questione diventa più controversa quando le azioni sono di proprietà dell’azienda datrice di lavoro, derivano da un aumento di capitale o sono state acquistate sul mercato, poiché in quel caso i costi sono sostenuti dagli azionisti o dal mercato stesso. Assonime esclude che la remunerazione degli amministratori e dei soci tramite il “work for equity” possa beneficiare del credito R&S, poiché non rappresenta un costo effettivamente sostenuto dalla società. Nonostante ciò, è importante sottolineare che, anche in una situazione simile, si potrebbe invece argomentare che il costo debba essere considerato effettivo in base alla teoria del costo opportunità. Questa teoria si basa sul concetto del valore presente nella migliore alternativa rinunciata. In sostanza, quando un’azienda assegna azioni a un dipendente e richiede un pagamento (strike price), si potrebbe considerare come un costo effettivo per l’azienda perché rappresenta una perdita di valore che si sarebbe potuto ottenere scegliendo un’altra opzione, come la vendita delle azioni sul mercato. Quindi, Assonime suggerisce che anche in questa circostanza, il costo delle stock option potrebbe essere considerato effettivo sulla base della teoria del costo opportunità. Attualmente, la prassi amministrativa esclude l’imputazione dei costi delle stock option al momento dell’assegnazione dell’opzione, considerandoli effettivi solo se le opzioni assegnate vengono infine esercitate dai dipendenti. In conclusione, viene accolta positivamente la presa di posizione di Assonime, sperando che stimoli anche l’amministrazione finanziaria a chiarire questa controversia.

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