Una decina di anni fa sono nate delle start up con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero nel 2050, cioè creare un servizio o un’entità le cui emissioni di Co2 e di gas serra sono pari a zero quindi prodotti che non contribuiscono al riscaldamento climatico globale. Dopo un grande successo iniziale, però, anche le società più promettenti non sono riuscite a raggiungere i risultati sperati.
Il mondo ha solo 10 anni di tempo per dimezzare le emissioni globali di gas serra ed evitare che il riscaldamento globale si innalzi di oltre 1,5 °C, mai come oggi la sfida posta dal cambiamento climatico rimane urgente e questo settore risulta essere, perciò, centrale tra gli interessi degli investitori. Questa situazione è causata anche dalle difficoltà che stanno attraversando le Big tech, che hanno spinto i venture capitalist a trasferire grosse somme di denaro in questo settore.
Nei primi 9 mesi del 2022 gli investimenti in Climate Tech sono stati pari a 37 miliardi; infatti, come riporta un report di PwC, oggi oltre un quarto degli investimenti si è riversato sulle start up attive nella Innovability.
Pur essendo importante l’impegno delle imprese nella creazione di prodotti e servizi innovative per la sostenibilità e per mitigare le conseguenze economiche causate dai cambiamenti climatici, molti studi hanno affermato che questo non basterà per salvare il pianeta e l’economia mondiale, la soluzione è sempre quella di ridurre le emissioni di Co2, anche sfruttando l’innovazione tecnologica.