Cos’è il programma Next Generation EU?
Il programma Next Generation EU è composto da circa 750 miliardi di euro, di cui 672,5 miliardi saranno utilizzati nel Recovery and Resilience Facility (RRF) che sosterrà investimenti e riforme.
Il fondo durerà dal 2021 al 2026, e i Paesi europei possono iniziare ad accedere ai fondi quest’estate.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha commentato il programma Next Generation EU, dicendo che è «Un passo importante verso il finanziamento degli investimenti e delle riforme di cui abbiamo bisogno per sostenere la ripresa economica e porre le basi per un’Europa più forte e resiliente».
Oltre alle ovvie iniziative per raddrizzare un’economia che è caduta sotto i colpi della pandemia Covid-19, il piano di ripresa include una grande attenzione alla transizione ecologica e alla digitalizzazione ed innovazione. Altre 4 aree di interesse del programma Next Generation EU sono: infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, e salute.
I fondi messi a disposizione dal programma Next Generation EU rappresentano un’occasione per favorire una sostenibilità sociale, economica e ambientale del nostro Paese.
Dove si colloca l’Italia?
Essendo stata una delle nazioni più colpite in Europa dalla pandemia, l’Italia e la Spagna sono destinate a ricevere la quota maggiore dei fondi del programma Next Generation EU.
La diminuzione del PIL nazionale del 9% e l’alto tasso di mortalità (rispetto agli altri Paesi Europei) per Covid-19, fanno sì che all’Italia spetti il 28% del fondo, pari a 209 miliardi di euro.
Il nostro piano è attualmente in fase di consolidamento e sarà sottoposto presto all’approvazione della Commissione Europea. Finora il piano di ripresa italiano include una proposta di 19,72 miliardi di euro per l’assistenza sanitaria incentrata sulla correzione dei problemi strutturali del nostro sistema sanitario, evidenziati dalla pandemia. Il piano propone anche uno stanziamento di 28,49 miliardi di euro per l’istruzione, dato che L’Italia è uno dei Paesi europei che meno investe in tale settore. L’obiettivo è quello di migliorare il nostro sistema educativo attuando un’istruzione più incentrata sulle competenze, una retribuzione più alta per gli insegnanti e una migliore preparazione degli studenti al mondo del lavoro.
In linea con le indicazioni europee relative a digitalizzazione e green economy, il piano di recupero del Paese si pone l’obiettivo di integrare il settore ambientale e digitale con altre aree, per riqualificare le figure professionali e promuovere il nostro patrimonio storico, culturale e artistico. Questo unito, ad altri interventi, può contribuire alla crescita del nostro Paese.
La ripresa economica e sociale però dipende anche e soprattutto dalla capacità di saper cogliere e gestire al meglio le opportunità europee, per questo la figura dell’europrogettista diventa centrale. Per questo motivo, Fondazione Saccone promuove l’innovativo corso di specializzazione eU-maps® in Progettazione e Gestione dei Fondi Europei, con la supervisione scientifica dell’Istituto Italiano di Project Management. Scopri di più QUI